Epigrafe curiosa 1

INTRODUZIONE
Epigrafia significa letteralmente “scrittura sopra”, dal greco έπί–γράφειν (scrivere sopra), e corrisponde al latino in-scribere, da cui il termine iscrizione. Si riferisce dunque a tutto ciò che è scritto su un supporto duro, qualunque esso sia: non solamente la pietra.
Al solo udire questo termine, ai più potrebbe venire la nausea o un preventivo senso di noia. Se è vero che molte epigrafi sono spesso standardizzate e presentano luoghi comuni e frasi ripetitive, al contrario ce ne sono anche altre particolari e molto interessanti sotto vari punti di vista: freddure e battute spiritose, riferimenti a personaggi o fatti storici importanti, tematiche curiose o toccanti e soprattutto un contatto diretto e incorrotto con i nostri antenati.
In questa rubrica andrò alla ricerca di questo secondo gruppo di iscrizioni (greche e latine) per cercare di divertirvi e di farvi capire che il passato non è sempre palloso.

UN ATTORE COMICO FINO IN FONDO
Siamo nel IV secolo d.C. a Siscia (attuale Sisak in Croazia), importante centro militare della Pannonia Superiore e poi capoluogo della neonata provincia della Pannonia Savia dalla fine del III secolo.

D.M.                                                                                                                                                    Agli Dei Mani
POSITUS EST HIC LEBURNA                                                                                               Qui è deposto Leburna,
MAGISTER MIMARIORUM                                                                                                   magister* di attori,
[Q]UI VICXIT ANNOS PLUS                                                                                                  che visse più o meno
[M]INUS CENTUM                                                                                                                  cento anni.
[ALI]QUOTIES MORTUUS                                                                                                    Alcune volte sono
[SUM] SET SIC NUNQUAM                                                                                                  morto, ma così mai!
[OPTO V]OS AD SUPEROS BENE                                                                                        Prego gli Dei Superi che voi
[V]ALER<A>E                                                                                                                           godiate di buona salute.

*Ho preferito mantenere il termine originale magister per non dovere fare una scelta interpretativa alla cieca. Infatti tale espressione potrebbe indicare che il defunto era un maestro di recitazione, oppure il capo di una compagnia teatrale di attori.
Qualunque sia la lettura corretta, si trattava certamente di un uomo di spettacolo, probabilmente allegro e burlone. Volle esser ricordato in quanto tale e uscire di scena con una battuta divertente per allietare un’ultima volta il proprio pubblico.

BIBLIOGRAFIA
CIL III, 3980.
ILS 5228.
L. Storoni Mazzoleni, Iscrizioni funerarie romane, Milano, 1991, pp. 258-259.
V. Vukelić, D. Pernjak, Public and private games in ancient Siscia, in «Histria Antiqua», 21, 2012, pp. 251-264.

Share
This entry was posted in Mondo Romano and tagged . Bookmark the permalink.