Il numismatico professionista è un esperto e incoraggia studio scientifico e ricerca.

Oggi ho dato per caso uno sguardo a un’asta nostrana e quello che ho visto non mi è piaciuto per nulla… ma proprio per nulla!

ASTA NEGRINI

Come al solito parlerò delle monete delle quali sono, non certo esperto, ma maggiormente a conoscenza.

Come considerazioni di carattere generale posso dire che manca completamente la descrizione delle due facce della moneta e per le greche è usato perlopiù come riferimento bibliografico l’antiquato e genericissimo testo di David Sear (Greek Coins and their Values, 2 volumi del 1978-9), adatto forse per collezionisti alle prime armi, ma certamente non per un numismatico professionista.

Il primo esemplare di cui voglio parlare è una delle mie monete preferite: un Patrasso… ah no un Patraos o quantomeno Patrao, se proprio vogliamo italianizzarne il nome.

Fig.1: lotto 824. Il famoso Patrasso!?!

Nella eufemisticamente laconica descrizione troviamo infatti indicato “PATRASSO- GRECIA DEL NORD”. Si tratta invece di Patrao, re di Peonia, che corrispondendo circa all’attuale Repubblica di Macedonia è abbastanza distante dalla greca Patrasso, come si può vedere nella sottostante cartina.

Fig. 2: mappa della Grecia con Peonia e Patrasso.

Nell’esemplare numero 2 troviamo il nome del re di Macedonia Antigono Gonata, storpiato in “Antigone Gonatas”, probabilmente, penso io, per influenza della figlia di Edipo di nome Antigone, certamente più nota del primo a livello di cultura generale.

Fig.3: lotto 827. Antigone Gonatas !?!

Ma la chicca è il terzo esemplare: uno “splendido”… statere della Locride Opuntia.

Fig. 4: lotto 823. Statere antico ?!?

Diamo un’occhio a come dovrebbe essere una moneta autentica di questa tipologia e a una falsa.

Fig.5: statere autentico.

Fig.6: statere falso.

Bene! Anzi male… la moneta in asta non c’entra nulla con le monete autentiche vendute normalmente in asta ed è persino molto, ma molto più brutta del falso: Aiace sembra un bambino grassoccio semi-deforme, mentre la ninfa al dritto non ha niente della bellezza classica che si può vedere in figura 5.

Il titolare di questo studio numismatico è un perito NIP e come tale dovrebbe aderire allo statuto NIP, che all’articolo 1.4.e recita:

L’Associazione si propone di: incoraggiare lo studio scientifico, diffondere la numismatica e combattere le falsificazioni, nonché definire l’obbligo per i Soci di procedere all’aggiornamento permanente. A tal fine disciplina le modalità dell’aggiornamento e gli strumenti di verifica idonei ad accertare l’effettivo adempimento di tale obbligo.

mentre all’articolo 3.1:
In ottemperanza a quanto previsto dalla lettera b) del comma 4 del precedente articolo 1, il numismatico professionista è un esperto della materia, che esercita le attività scientifiche, di ricerca e consulenziali connesse al mercato numismatico di alto livello e al collezionismo responsabile.
Vi sembra che tali obblighi siano ottemperati?
Vi sembra che si voglia stimolare un collezionismo numismatico foriero di conoscenza e ampliamento culturale o piuttosto si voglia offrire un dischetto metallico più o meno grazioso?
Vi sembra che il venditore sappia qualcosa di queste monete che sta vendendo?

 

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