The Sceptical “Amateur Scholar of Numismatics”. 2

Quanto detto nell’articolo precedente potrebbero sembrare parole al vento. Diamo concretezza alla cosa.
1 – SITUAZIONE SINTOMATICA

Antefatto
Sono casualmente venuto a conoscenza di una serie di studi (dei quali uno in greco e quasi introvabile, che ho fatto arrivare dalla Grecia) nei quali venivano esposti i risultati di esami di laboratorio condotti su monete dei sovrani macedoni precedenti a Filippo II e in particolare di Aminta III (393-370/69 a.C.). Si dimostra come gli stateri di tipo A di questo sovrano siano per lo più, se non tutti, suberati.

aminta

Statere di tipo A di Aminta III. E’ evidente la suberatura. (Museo Archeologico di Dion, Grecia)

Queste conclusioni sono state raggiunte in base all’analisi di un ampio campione di monete di Aminta III (38 per l’esattezza) e al confronto con varie monete (22 in questo caso) degli altri re del periodo 413-360 a.C.. Senza entrare troppo nello specifico, con vari metodi di laboratorio si è studiata la percentuale dei metalli presenti e la densità (g/cm³) delle monete.
La superficie delle monete di Aminta presenta una percentuale di argento solo in 3 casi inferiore all’80%, ma per lo più superiore al 90%. Al contrario nei ben 9 esemplari che presentano il nucleo scoperto la percentuale massima di argento individuato nel nucleo stesso è stata del 13%, mentre il resto era rame.
Fondamentale è poi l’analisi della densità, che fornisce indicazioni precise e indiscutibili sulla composizione metallurgica di un oggetto. Ogni metallo ha una propria densità: argento circa 10,5, rame circa 9 g/cm³. Le monete in questione hanno una densità compresa tra 8,45 (e quindi addirittura inferiore a quella del rame puro) e 9,81, anche se per lo più intorno a 9-9,4 g/cm³.
La logica e clamorosa conclusione è che uno statere di Aminta III di tipo A di argento puro sarebbe “probabilmente” un falso, mentre un suberato sarebbe vero e ufficiale.

Prologo
Vedo in vendita presso una delle più prestigiose case d’asta mondiali uno di questi famosi stateri e decido di indagare, tenendo presente che questa tipologia monetale, della quale “casualmente” abbondano i suberati, viene presentata nelle descrizioni delle monete vendute nelle aste semplicemente come d’argento o al massimo d’argento ribassato (cioè non proprio puro).

Episodio
Scrivo dunque alla casa d’aste chiedendo informazioni generali circa le modalità d’acquisto e spedizione e anche più specifiche circa la densità di alcune monete, tra le quali anche quella di Aminta, che è poi l’unica che mi interessa veramente.
Nonostante fossero le 22 passate, in meno di un’ora ricevo due differenti e cordialissime risposte, delle quali una addirittura dal Direttore Generale.
Per ciò che concerne il problema della densità mi vengono forniti dei valori. Se negli altri casi i valori sono corretti (per quanto espressi in percentuale), nel caso di Aminta mi viene risposto: buon metallo, argento al 90%. Se tale esemplare fosse effettivamente al 90% d’argento…
A parte che non hanno capito esattamente la mia domanda, dato che la densità non si esprime attraverso valori percentuali, possiamo però affermare che una moneta di argento al 90% e rame al 10% ha una densità di circa 10,2 g/cm³.
Quindi la risposta o è il contenuto d’argento che pensavano che la moneta avesse, non essendo minimamente a conoscenza degli studi da me citati, o, se effettivamente sono state fatte delle analisi che hanno stabilito una percentuale d’argento al 90%,… potete capirlo da soli.
Faccio presente il problema, in maniera quanto più delicata possibile ed evitando accuratamente il termine fake, al gentile Direttore Generale, il quale con un repentino cambio di rotta mi invita seccamente a riproporre la questione dopo qualche giorno, dato che sono molto impegnati e conclude dicendo che: la moneta sembra di buon argento e ciò ben si accorda con i risultati standard per quel tipo di emissione (è una parafrasi).

Epilogo
Scrivo di nuovo e non ricevo alcuna risposta.

Commenti
Ditemelo voi!

BIBLIOGRAFIA
M. Lykirdopoulou-Petrou, G. Economou, The debased silver coin of Amyntas III, «Metallurgy in Numismatics», 4, 1998, London, pp. 161-170.
M. Likiardopoulou, S. Psoma, Η αργυρή βασιλική νομισματοκοπία των Τημενιδών της Μακεδονίας από τα τέλη της βασιλείας του Περδίκκα Β ́έως το θάνατο του Περδίκκα Γ ́(413-360). Τεχνολογία κατασκευής, ανάλυση μετάλλου, ιστορική προσέγγιση, in «Οβολός», 4, 2000, Athens, pp. 321-338.
S. Kremydi, Coinage and Finance, in «Brill’s Companion to Ancient Macedon: Studies in the Archaeology and History of Macedon, 650 BC-300 AD», Leiden-Boston, 2011, pp. 159-178 (165).

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